- Nome d'arte: Laura Antonelli
- Data di nascita: 28 novembre 1941 (venerdì)
- Data di morte: 22 giugno 2015
- Età: 82 anni
- Segno zodiacale: Sagittario
- Professione: Attrice
- Titolo di studio: Diploma
- Luogo di nascita: Pola (CRO)
- Luogo di morte: Ladispoli (RM)
- Altezza: 166 cm
- Peso: 55 kg
La vita privata di Laura Antonelli
Laura Antonaz, nota come Laura Antonelli, nasce a Pola (CRO) il 28 Novembre 1941, da una famiglia di sfollati slavi.
Ha un fratello, Claudio. Passa una infanzia difficile, da profuga: Venezia, Napoli, l’Appenino aretino e infine Roma. Diplomata in educazione fisica, lavora come insegnante in un Liceo Artistico prima di diventare attrice.
Il dramma di Laura Antonelli: la cocaina, il volto sfigurato, la malattia
Dopo due decenni di enorme successo, dagli anni Novanta, Laura Antonelli sprofonda in un inesorabile declino.
Tutto ha inizio nel 1991, quando nella sua villa di Cerveteri i carabinieri trovano 36 grammi di cocaina. Arrestata e condannata, è poi assolta dall’accusa di spaccio nel 2000.
Nello stesso periodo, in seguito ad un lifting, è vittima di una reazione allergica che le deturpa i lineamenti e chiede senza successo un risarcimento milionario.
Nel 2004 viene legalmente interdetta dal Tribunale di Civitavecchia. Pare infatti che alcuni membri della famiglia fossero preoccupati per l’eccessiva devozione alla fede che si era scatenata in Laura Antonelli. L’attrice, secondo quanto riportato su diverse testate, avrebbe dilapidato il proprio patrimonio elargendo denaro in beneficenza.
Minata nella salute psichica e fisica, muore di infarto a Ladispoli (RM) il 22 Giugno 2015.
Le misure di Laura Antonelli
Laura Antonelli è una delle massime icone erotiche degli anni Settanta e Ottanta.
55 chili per 1 metro e 66 d’altezza, corpo morbido e femminile, occhi chiari e magnetici.
Eppure, della sua bellezza non sembra affatto consapevole e si domanda:
«Sono bassina, tondetta e con le gambe un po’ corte. Chissà perché piaccio?»
Non sono dello stesso avviso gli uomini che lavorano con lei, che ne decantano il magnetismo:
Luchino Visconti: «La donna più bella dell’universo.»
Giancarlo Giannini: «Ero imbarazzato per quanto era bella. Era anche di una timidezza disarmante.»
Rodolfo Sonego, sceneggiatore: «Lei era di una bellezza estremamente desiderabile e ingannevole. Poteva far perdere la testa a qualsiasi uomo l’avesse incontrata.»
Lando Buzzanca: «Era magica, bastava che si slacciasse un mezzo bottone.»
Negli ultimi anni Laura Antonelli ingrassa fino a 100 kg a causa della depressione e del consumo di psicofarmaci.
Gli amori di Laura Antonelli
Corteggiatissima, a 24 anni Laura Antonelli sposa l’antiquario Enrico Piacentini, ma il matrimonio naufraga poco dopo.
Si lega poi a Mario Marenco, umorista del clan di Renzo Arbore.
Il grande amore scoppia con l’attore francese Jean-Paul Belmondo (1972-1980), conosciuto sul set de La trappola e il lupo, allora legato alla bond girl Ursula Andress.
La relazione è tempestosa e passionale e la coppia di sex symbol viene immortalata dai rotocalchi in fughe romantiche per il mondo: Roma, Caraibi, Antigua, Parigi.
Né convivenza, né matrimonio, né figli, la storia si conclude amaramente. Dirà lei:
«Mi sono legata a uomini sbagliati. Colpa mia. Colpa del mio dannato bisogno di affetto.»
Laura Antonelli ha un figlio adottivo: Germano.
La carriera di Laura Antonelli
A Roma dal 1963, lavora nella pubblicità e nei fotoromanzi, per poi approdare alle prime commedie erotiche tipo La rivoluzione sessuale (1965).
A farne un sex symbol è il ruolo in Malizia (1973) di Salvatore Samperi, che le valse il Nastro d’Argento come Miglior Attrice Protagonista e l’aumento del cachet da 4 a 100 milioni a film.
Campione di incassi di quell’anno con 6 miliardi di lire, il film si avvale delle luci di Vittorio Storaro e delle musiche di Fred Bongusto. Lo sceneggiatore Sandro Parenzo ricorda:
«L’idea della servetta che eccita tutti i maschi di casa la pescammo un po’ da Vitaliano Brancati. Calze velate, buco della serratura, silenzi d’appartamento, rumore della doccia. Fu un miracolo.»
Diviene icona sexy della commedia erotica italiana: Peccato veniale di Salvatore Samperi, Divina creatura di Giuseppe Patroni Griffi, Il merlo maschio di Pasquale Festa Campanile.
Negli anni Settanta è anche in diversi film d’autore: Sessomatto (1973) di Dino Risi, Mio Dio come sono caduta in basso! (1974) di Luigi Comencini, L’innocente (1977) di Luchino Visconti, Gran bollito (1977) di Mauro Bolognini, Passione d’amore (1981) di Ettore Scola.
Negli anni Ottanta lavora per il cinema di cassetta e la tv: Grandi magazzini di Castellano e Pipolo, Viuuulentemente mia di Carlo Vanzina, La Venexiana con Monica Guerritore, le miniserie Gli indifferenti (1988) e Disperatamente Giulia (1989).