Domenico Modugno biografia
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Domenico Modugno

La vita privata di Domenico Modugno

Domenico Modugno, detto Mimì, nasce a Polignano a Mare (BA) il 9 Gennaio 1928 da Vito Cosimo Modugno, comandante dei vigili urbani, e da Pasqua Lorusso, casalinga al secondo matrimonio dopo essere rimasta vedova. Ha due fratelli e una sorella: Vito Antonio, Giovanni e Teresa.

A scuola è un bambino vivace e si guadagna il soprannome di “Attila”.

Quando è ragazzo si trasferisce con la famiglia a San Pietro Vernotico, piccolo paese in provincia di Brindisi, e passa le estati a Polignano. A 19 anni, stanco della vita di paese, scappa in treno a  Torino. Lavora come cameriere e poi come gommista, deluso perché non trova occasioni nel cinema. Dopo aver subito un operazione per appendicite acuta, torna in Puglia, poi si trasferisce a Roma in cerca di fortuna. Parte per Bologna nel 1950 dove assolve gli obblighi di leva e, quindi, torna a Roma per inseguire i suoi sogni.

I genitori di Modugno si separano nel 1954 perché il padre è legato ad un’altra donna. Nel 1960 il padre muore suicida dopo che gli è stata diagnostica una malattia incurabile.

Appassionatosi alla politica, negli anni Domenico si avvicina prima al Partito Socialista poi a quello Radicale infine alla Federazione dei Verdi, tentando una candidatura alle elezioni.

Domenico Modugno muore, stroncato da un infarto, a Lampedusa il 6 Agosto 1994 nella sua casa di fronte al mare.

Gli amori di Domenico Modugno

Negli anni torinesi Domenico Modugno, ragazzo passionale e vivace, frequenta diverse ragazze e si fidanza con Mariuccia Calorio, panettiera.

Nei primi anni Cinquanta conosce a Roma Franca Gandolfi (Messina, 1932) che sposa nel 1955 e da cui ha tre figli: Marco (1958), Massimo e Marcello (1966). Attrice di cabaret e teatro di rivista, la Gandolfi si è ritirata dalle scene nel 1963 per dedicarsi alla famiglia.

La vedova lo ricorda così in una intervista al settimanale Oggi:

«Domenico era un vulcano. Un uomo travolgente, sempre allegro, ironico. E poi era molto simpatico. Nei 43 anni trascorsi insieme abbiamo superato tante difficoltà ma non mi sono mai annoiata un giorno. Era un artista, voleva tutte le mie attenzioni per sé. Quando nel 1959 si ruppe una gamba e dovette restare in trazione per 45 giorni in clinica, pretese che io stessi lì giorno e notte. Mio figlio Marco aveva 40 di febbre ma io per correre a casa a trovarlo, dovevo aspettare che Mimmo si addormentasse».

Il figlio segreto

Nel 2014 il Tribunale di Roma ha riconosciuto l’attore Fabio Camilli come figlio legittimo di Domenico Modugno, avuto dalla relazione che Mr Volare ebbe nel 1962 con la coreografa Maurizia Calì.

Dopo una lunga battaglia legale durata dodici anni e nonostante la strenua opposizione dei figli Marco, Massimo, Marcello e della moglie Franca Gandolfi, il Tribunale ha accertato la paternità di Modugno dopo aver eseguito il test del DNA sulla salma.

La carriera di Domenico Modugno

Modugno si interessa di musica fin da bambino, ereditando la passione dal padre che gli insegna a strimpellare fisarmonica e chitarra.

Nel 1951 Domenico Modugno dà prova del suo talento al Centro Sperimentale di Cinematografia, dove vince una borsa di studio come migliore allievo. Partecipa a trasmissioni radiofoniche (Amuri… amuri…, Radioscrigno), spettacoli teatrali e trasposizioni televisive (Filomena Marturano), film (La carica eroica), compone ballate in dialetto salentino.

Nel blu dipinto di blu

Il 1958 è l’anno del trionfo mondiale: Nel blu dipinto di blu, scritta con Franco Migliacci, vince il  Festival di Sanremo, vende 20 milioni di copie in tutto il mondo e vince due Grammy Awards come canzone e album dell’anno, interpretata poi da mostri sacri come Ella Fitzgerald, Frank Sinatra, Louis Armstrong, David Bowie, Paul Mc Cartney.

Domenico Modugno è ora universalmente noto come “Mr Volare” e il suo capolavoro è la canzone italiana più eseguita nel mondo.

Così lui racconta il trionfo americano:

«In una stazione radio del Michigan o dell’Indiana, chi si ricorda, arrivò un signore con il disco mio e lo mandò in onda: il giorno dopo si ebbero duemila telefonate di gente che voleva risentirlo. Lo rimandò in onda: il giorno appresso altre duemila telefonate. L’exploit di Volare nacque così».

Va in tourneé negli Stati Uniti, ospite alla Carnegie Hall di New York e all’Ed Sullivan Show.

In Sudamerica registra il record di presenze a Caracas, con 121 mila spettatori.

Il successo inarrestabile

Al suo ritorno in Italia vince nuovamente il Festival di Sanremo con Piove (1959) e si classifica secondo con Libero (1960).

L’anno successivo è protagonista e compositore delle musiche di Rinaldo in campo, commedia musicale di Garinei e Giovannini, con cui fa il record di incassi.

In teatro Domenico Modugno lavora anche con Giorgio Strehler, che lo dirige in L’Opera da tre soldi (1973-76), e con Eduardo De Filippo per Tommaso D’Amalfi, nella commedia pirandelliana Liolà.

Collabora con Salvatore Quasimodo, Pier Paolo Pasolini e Monicelli (Capriccio all’italiana – Che cosa sono le nuvole?) e stringe amicizia con Eugenio Montale.

In carriera Domenico Modugno macina altri successi con canzoni che rimarranno nella storia della musica leggera italiana: Amara terra mia, Meraviglioso, Dio come ti amoPiange..il telefono, Malarazza, La lontananza, Tu sì na cosa grandeAddio… addio…

Domenico Modugno è senza dubbio il cantante italiano ad avere conosciuto il maggiore successo internazionale. A lui RaiUno ha dedicato la fiction Volare – La grande storia di Domenico Modugno, protagonista Giuseppe Fiorello.

La malattia di Domenico Modugno

Accanito fumatore da trent’anni, nel 1984 Domenico Modugno viene colpito da ictus mentre è nel programma La luna nel pozzo di Canale 5.

Il malore lo lasciò con capacità di movimento e di linguaggio limitate, decretando una lunghissima lontananza dalle scene.

Il 1993 è l’anno dell’addio: Domenico Modugno incide l’ultimo disco Delfini e tiene un ultimo concerto a Polignano a Mare, di fronte ad un pubblico di 80 mila persone.

La sua città natale gli ha intitolato il Lungomare Domenico Modugno e gli ha dedicato una statua in bronzo alta tre metri circa.

Written by Fab

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