- Data di nascita: 5 gennaio 1932 (martedì)
- Data di morte: 19 febbraio 2016
- Età: 92 anni
- Segno zodiacale: Capricorno
- Professione: Filosofo, Scrittore, Semiologo
- Titolo di studio: Laurea in Filosofia
- Luogo di nascita: Alessandria
- Luogo di morte: Milano
- Altezza: 172 cm
- Peso: 70 kg
- Account social: Twitter
- Sito Web: http://www.umbertoeco.it/index.html
La vita privata di Umberto Eco
Filosofo, scrittore, semiologo, docente universitario, Umberto Eco è stato senza alcun dubbio una delle menti più brillanti del Novecento. Non solo uomo di grande cultura, Eco era dotato di un grande senso dell’umorismo. Bernad Pivot, che ha avuto modo di intervistarlo in diverse occasioni nelle sue trasmissioni, lo ricorda come “la mente più fenomenale che abbia mai incontrato”, una persona divertente ed irresistibile nella conversazione.
Umberto Eco nasce ad Alessandria il 5 gennaio 1932 da Rita Bisio e Giulio Eco, impiegato nelle Ferrovie. Consegue la maturità al liceo classico “Giovanni Plana” nella sua città natale. Successivamente frequenta l’Università di Torino dove si laurea in Filosofia nel 1954 con una tesi sull’estetica di San Tommaso d’Aquino. Nei suoi 84 anni di vita ha ricevuto 40 lauree honoris causa dalle università di tutto il mondo.
Nel 1962 sposa Renate Ramge, accademica e scrittrice tedesca naturalizzata italiana di tre anni più piccola di lui. Nel 1964 nasce Carlotta, oggi stimato architetto, e nel 1966 arriva il figlio maschio, Stefano. Quest’ultimo ha lavorato per 12 anni a New York nel mondo editoriale per poi tornare in Italia nell’ufficio stampa della RBS a Roma. Umberto Eco aveva anche due nipoti: uno adolescente e l’altro di circa 10 anni.
Fede e Chiesa
In gioventù Eco è molto legato alla fede ed alla Chiesa. È impegnato nella GIAC (l’allora Azione Cattolica giovanile) ed in seguito viene nominato tra i responsabili nazionali del movimento studentesco dell’Azione Cattolica. Tuttavia, proprio durante i suoi studi universitari ed in particolare su Tommaso d’Aquino, si allontana dalla Chiesa cattolica e smette di credere in Dio. Molti anni dopo dichiara ironicamente al Time:
Anche se io sono ancora innamorato di quel mondo, ho smesso di credere in Dio verso i 20 anni, dopo i miei studi universitari su Tommaso d’Aquino. Si potrebbe dire che egli mi abbia miracolosamente curato dalla mia fede.
La malattia e la morte di Umberto Eco
Nel 2014 ad Umberto Eco viene diagnosticato un tumore al pancreas. Per i due anni successivi la vita del professore continua in buone condizioni grazie alle iniezioni di insulina. All’inizio del febbraio 2016, però, arriva il crollo. Nell’arco di dieci giorni la malattia si aggrava. Il 19 febbraio alle ore 22:30 Umberto Eco si spegne nella sua casa di Milano.
I funerali laici si svolgono tre giorni dopo presso il Castello Sforzesco di Milano. Qui si raccolgono migliaia di persone giunte per l’ultimo saluto ad Umberto Eco. Dopo la cremazione, la moglie Renate Ramge sceglie la conservazione privata con il progetto di costruire un’edicola di famiglia nel Cimitero Monumentale di Milano.
Mass media e cultura di massa: la visione di Eco
Nel 1954, dopo la sua laurea, Umberto Eco entra a far parte della Rai tramite un concorso che ha l’intento di “svecchiare” i programmi e rinnovare l’ambiente culturale della televisione.
L’esperienza in Rai termina alla fine degli anni Cinquanta ed Eco comincia ad interessarsi all’influenza dei mass media nella cultura di massa. Tra i più celebri dei numerosi scritti sull’argomento c’è Fenomenologia di Mike Buongiorno, saggio del 1961, considerato uno dei primi esempi di critica televisiva.
Studiando la cultura di massa, Eco analizza le correlazioni tra quest’ultima e la dittatura ne Il fascismo eterno, uno dei capitoli dei Cinque scritti morali pubblicato nel 1997. Individuando caratteristiche ricorrenti nel tempo del cosiddetto “fascismo eterno”, come il culto della tradizione, quello dell’azione per l’azione, il rifiuto del modernismo, la paura delle differenze, il populismo qualitativo Tv e Internet ed altre, Eco ritiene sia possibile distinguere le forme di fascismo che continuano a riprodursi nel mondo.
Con l’avvento dei social media, Umberto Eco attacca il nuovo mondo di internet durante un incontro con i giornalisti dopo aver ricevuto la laurea honoris causa in Comunicazione e Cultura dei media.
I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli.
La carriera universitaria di Umberto Eco
Dal 1961 Umberto Eco tiene corsi in diverse università italiane in qualità di professore incaricato: Torino, Milano, Firenze e Bologna. Qui ottiene la cattedra di Semiotica (1975), fonda il primo corso di laurea in DAMS (1971), diventa direttore dell’Istituto di Comunicazione e spettacolo del DAMS ed avvia il corso di laurea in Scienze della comunicazione.
Nel 2000 viene fondata la Scuola Superiore di Studi Umanistici che coordina i dottorati bolognesi del settore umanistico, della quale Eco è Presidente. In questa sede, nel 2001, concepisce il Master in Editoria Cartacea e Digitale.
Umberto Eco ha avuto l’occasione di insegnare nelle università di tutto il mondo come Visiting Professor. Per citarne alcune, è stato alla New York University, alla Columbia, a Yale, ad Harvard, alla Cambridge University, alla Oxford University, all’Università di São Paulo e Rio de Janeiro, al Collège de France, all’École normale supérieure di Parigi.
Nel 2007 è costretto ad abbandonare l’insegnamento per aver raggiunto il limite di età.
Semiotica e giornalismo
Oltre che all’insegnamento, nella sua vita Eco si dedica anche alla critica letteraria ed alla semiotica: il suo saggio Opera aperta del 1962 dà le basi teoriche al Gruppo 63, un movimento d’avanguardia letterario ed artistico italiano che critica fortemente autori all’epoca già di grande rilevanza, definendoli ironicamente “Liale”, riferendosi all’autrice di romanzi rosa Liala.
Ne 1971 fonda una delle maggiori riviste internazionali di semiotica: Versus – Quaderni di studi semiotici, del quale resta direttore responsabile fino alla morte.
Collabora a lungo con il settimanale L’espresso, tenendo la rubrica La bustina di minerva dal 1985 al 2016. Scrive per Il Giorno, La Stampa, Corriere della Sera, la Repubblica, Il manifesto, e per numerose riviste internazionali specializzate.
I romanzi di Umberto Eco
Il primo romanzo di Umberto Eco, pubblicato nel 1980, oggi è un successo mondiale. Il nome della rosa, best seller internazionale tradotto in 47 lingue, ha vinto il Premio Strega: un giallo storico che si intreccia con il narrativo ed il filosofico, dal quale è tratto l’omonimo film del 1986 di Jean-Jacques Annaud, con Sean Connery e Christian Slater.
Nel 1988 pubblica il suo secondo romanzo, Il pendolo di Foucault, nel quale Eco affronta temi come la ricerca del sacro Graal e la storia dei cavalieri Templari in chiave parodistica.
L’umorismo e le innumerevoli citazioni ad opere di vario genere sono caratteristiche comuni in tutti i romanzi di Umberto Eco: L’isola del giorno prima (1994), Baudolino (2000), La misteriosa fiamma della regina Loana (2004), Il cimitero di Praga (2010) e Numero zero (2015).
Curiosità su Umberto Eco
Ad Umberto Eco è stato dedicato l’asteroide 13069 Umbertoeco scoperto da Eric Walter Elst, astronomo belga, nel 1991.
Non ha mai ricevuto il premio Nobel per la Letteratura, nonostante abbia dimostrato in tutti i suoi romanzi di avere conoscenze in una grande quantità di campi.
Sottoposto al questionario di Proust da Bernard Pivot, alla domanda “Se Dio esiste, che cosa vorrebbe che le dicesse dopo la sua morte?” risponde:
Signor Eco, perché mi nomina così spesso in televisione? Mi conceda la pace eterna!
La domanda successiva del test è: “In quale forma vivente vorrebbe reincarnarsi?”
Sono indeciso tra un gabbiano e una quercia.
Obbligato a scegliere, risponde quercia.