- Nome d'arte: Ambrogio Fogar
- Data di nascita: 13 agosto 1941 (mercoledì)
- Data di morte: 24 agosto 2005
- Età: 83 anni
- Segno zodiacale: Leone
- Professione: Conduttore Televisivo, Esploratore, Scrittore
- Luogo di nascita: Milano
- Luogo di morte: Milano
La vita privata
Ambrogio Fogar è nato il 13 agosto 1941, a Milano. E’ stato un navigatore, esploratore, scrittore e conduttore televisivo italiano.
Appena maggiorenne pratica discipline estreme quali il paracadutismo e il volo acrobatico, ed attraversa per ben due volte le Alpi. Ha circumnavigato il globo in poco più di un anno, ha viaggiato fino al Polo Nord ed ha fatto il giro d’Italia in barca a vela. Nel corso della sua vita, fu autore di numerosi libri, nei quali narrava dei suoi viaggi. Con “Il mio Atlantico” e “La zattera” vinse il Premio Bancarella Sport nel 1974 e nel 1979.
Vittima di un incidente stradale che lo rese tetraplegico per il resto della sua vita, Ambrogio Fogar era pronto a recarsi in Cina, per sottoporsi alle cure del neurochirurgo Huang Hongyun, che sperimentava l’utilizzo delle cellule fetali. Morì poche settimane dopo, il 24 agosto 2005, a Milano, dopo anni di agonia, a causa di un infarto.
Il drammatico incidente stradale, che gli stravolse la vita
Nel 1992 Ambrogio Fogar fu vittima di un rovinoso incidente stradale in Turkmenistan (durante il raid Pechino-Parigi) che lo rese quasi del tutto paralizzato. La sua jeep si è ribaltata, senza lasciare scampo: lesione midollare con frattura composta del dente dell’epistrofeo.
Gli ultimi 13 anni della sua vita, Fogar respirava e parlava grazie alle macchine; tuttavia, neanche questo ennesimo colpo riuscì a frenare il suo spirito d’avventura: lo stesso anno, Ambrogio Fogar fece il giro d’Italia in barca a vela, con una sedia a rotelle basculante. In un’intervista rilasciata al Corriere, il noto esploratore confidava la sua agonia, unita ad un messaggio di forza e di speranza:
“All’inizio ho pensato molte volte di morire, ho pregato le mie sorelle di portarmi in Olanda per farla finita. È difficile accettarsi quando non sei più quello di prima: ogni impulso è una frustata, ogni desiderio una ferita, nelle mie condizioni devi chiedere aiuto anche per grattarti il naso (…). È la forza della vita che ti insegna a non mollare mai, anche quando sei sul punto di dire basta. Ci sono cose che si scelgono e altre che si subiscono. Nell’oceano ero io a scegliere, e la solitudine diventava una compagnia. In questo letto sono costretto a subire, ma ho imparato a gestire le emozioni e non mi faccio più schiacciare dai ricordi. Non mi arrendo, non voglio perdere…“
Gli amori
Maria Teresa Panizzoli, che è venuta a mancare nel 2016, è stata la prima moglie di Ambrogio Fogar. Sono stati sposati dal 1971 al 2005. Dalla loro unione nacque la prima figlia, Francesca.
La seconda figlia, nata da una successiva relazione, un anno prima che Fogar divenne paralizzato, si chiama Rachele. A 24 anni si è laureata all’università Cattolica di Milano in Scienze linguistiche e Letteratura straniera, con una tesi dedicata al padre esploratore, dal titolo “No Limits, l’esperienza giornalistica di Ambrogio Fogar”. Rachele è al contempo una modella di intimo.
La carriera
Nel 1972, dalla terra al mare, effettua la prima traversata dell’Atlantico, per buona parte senza timone. Tra le sue più celebri imprese, va menzionata la circumnavigazione del globo da est ad ovest, dal 1 novembre 1973 al 7 dicembre 1974, che ispirerà il suo libro, “Controvento – La mia avventura più grande“. Trascorse due mesi in Alaska per apprendere l’addestramento dei cani da slitta, dopodiché ha vissuto in Himalaia e Groenlandia. Raggiunse il Polo Nord: il suo compagno di viaggio è il suo fedele cane husky, Armaduk.
Nel 1978 Ambrogio Fogar è sopravvissuto ad un naufragio insieme al giornalista Mauro Mancini, nei pressi delle Isole Falkland nell’Oceano Atlantico. I due resistettero ben 74 giorni su una zattera, con pochissimo cibo, e vennero ritrovati dalla nave greca Master Stefanos. Mauro Mancini, suo compagno di sventura, morì poco tempo dopo a causa di una polmonite. Tale evento e la perdita dell’amico, sconvolsero drammaticamente la sua vita.
Negli anni ’80, Fogar condusse il programma televisivo “Jonathan – dimensione avventura“, attraverso il quale documentava le sue avventure.