Alberto Sordi biografia
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Alberto Sordi

La vita privata di Alberto Sordi

Alberto Sordi nacque a Roma, il 15 giugno 1920. Suo padre era insegnante di musica e strumentista, mentre la madre era una maestra elementare. Aveva due sorelle, Savina e Aurelia, ed un fratello di nome Giuseppe.

Trascorse la sua infanzia a Valmonte, dove iniziava a distinguersi in piccole recite scolastiche, ma il suo primo amore fu la musica. Si esibiva come soprano nel coro di voci bianche della Cappella Sistina, fino a che non avvenne il cambiamento nella sua voce e divenne basso. Da giovane studiò canto lirico per un certo periodo.

Successivamente, si iscrisse all’Accademia dei filodrammatici, a Milano, ma venne bocciato a causa della sua cadenza romana troppo accentuata; tuttavia gli fu riconosciuto il diploma honoris causa successivamente.

Alberto Sordi viene ricordato maggiormente per i suoi ruoli comici, come nel caso del film “Il vedovo” per la regia di Dino Risi, accanto a Franca Valeri, oppure ne “Il marchese del grillo“, personaggio nobile, ma al di sopra degli schemi. È rimasta celebre la scena in cui “agguanta” un piatto di spaghetti, nel film “Un americano a Roma“.

Tuttavia, oltre alla comicità, di cui Alberto Sordi è stato maestro nel cinema italiano, da grande attore quale era, diede prova del suo talento regalando al pubblico anche delle magistrali interpretazioni drammatiche. Degno di nota è il film di Nanni Loy, “In attesa di giudizio“, nel quale Alberto Sordi recita uno dei suoi ruoli più drammatici e commoventi. Non è da meno, la sua interpretazione all’interno del film di Federico Fellini, “I vitelloni“, che narra di una generazione di inetti apparenti, più che altro incompresi, nonché colpiti da una profonda crisi esistenziale e vittime di una diffusione di identità.

L’attore morì a Roma, 24 febbraio 2003, all’età di 82 anni.

Le misure

Alberto Sordi era alto 1.78 m e pesava circa 80 kg. La sua corporatura si mantenne sempre pressoché robusta; il suo viso tondo divenne più squadrato segnato dal passare degli anni; il naso ben pronunciato e gli zigomi alti e vistosi tracciavano dei lineamenti armoniosi nell’insieme. L’avvento del colore in Tv e al cinema, rivelò il colore ceruleo dei suoi occhi.

Gli amori

Alberto Sordi non si è mai sposato, benché abbia avuto numerose storie, ma non amava parlarne in pubblico. Nel corso delle interviste, ha sempre affrontato tale argomento “retrospettivamente” (a causa della sua riservatezza) e con spiccata ironia, come quella volta che rispose di non essersi sposato perché non intendeva “mettersi un’estranea in casa”. Si definiva “infedele per costituzione“. Nella trasmissione “Il fatto” di Enzo Biagi, nel 1989, dichiarò:

«Alle donne devo tutto. Devo la vita, perché io sono stato molto corteggiato. Giovanissimo entrai in una grande compagnia di rivista. Facevo il ballerino di fila con 42 ballerine che venivano da tutto il mondo. Ho bruciato le tappe della sessualità. Sono sempre stato circondato da donne. Forse non mi sono sposato perché non ho mai avuto la necessità di avere una compagna».

La sua prima fiamma fu l’attrice di teatro Andreina Pagnani, alla quale fu legato per ben 9 anni. Lui aveva 22 anni e lei ne aveva 36 quando si conobbero, nel 1941, mentre lavoravano entrambi al doppiaggio del film “Il giardino di Allah”. La storia di concluse a causa di un presunto tradimento da parte di lui, con una ballerina.

Soltanto una volta, Alberto Sordi fu molto vicino al “Sì”: la fortunata era l’allora diciannovenne Uta Franz, un’attrice austriaca, nota nell’aver interpretato il ruolo della sorella della principessa Sissi, nell’omonimo film, al fianco di Romy Scheider.

Ebbe un flirt con Katia Ricciarelli, nel periodo in cui Alberto Sordi si esibiva all’opera lirica, e un altro con l’attrice giovanissima Shirley McLaine. Nel 1992, Alberto Sordi ha dichiarato in un’intervista i suoi trascorsi sentimentali per l’attrice Silvana Mangano, per la quale aveva sempre speso parole di grande ammirazione.

La carriera cinematografica

Alberto Sordi esordì al cinema, con una piccola comparsa nel film “Scipione l’africano“, nel 1937. Lo stesso anno fu scelto dalla MGM per il doppiaggio di Oliver Hardy e ne divenne il doppiatore ufficiale. Dopo una breve parentesi di “teatro di rivista“, dal ’46 al ’53, partecipò a diversi programmi radiofonici diretti da Corrado. In questo frangente presero vita i suoi primi personaggi comici, come il Signor Dice, il Conte Claro e Mario Pio. Fino al 1956, continuò la sua attività di doppiatore ed intanto si cimentava in ruoli “minori”.

All’inizio degli anni ’50, recita nei film di importanti registi del calibro di Federico Fellini, Dino Risi e Steno. Ne “La Grande Guerra“, di Mario Monicelli, nel 1959, si cimenta nel suo primo ruolo drammatico. Rimarchevole fu anche la sua interpretazione nel film “Tutti a casa“, di Comencini.

Negli anni ’60 e ’70, continuò ad ottenere ruoli di rilievo ed a collaborare con i più grandi registi del cinema italiano, tra i quali citiamo ancora Luigi Zampa (“Il medico della mutua” e “Il vigile”), Vittorio De Sica (“Il boom”) ed ancora Dino Risi (“Una vita difficile”). Lo stesso periodo, Alberto Sordi si aggiudicò i primi meritati riconoscimenti, tra i quali ben cinque Nastri d’Argento e sette David di Donatello. Nel ’72, vinse l’Orso d’Argento al Festival di Berlino, per la sua interpretazione in “Detenuto in attesa di giudizio”.

Alberto Sordi ha realizzato anche diverse pellicole come regista, in particolare ricordiamo i più conosciuti: “Amore mio aiutami”, “Polvere di stelle” e “Io so che tu sai che io so”, al fianco di Monica Vitti.

Mentre in precedenza aveva regnato la commedia italiana, impersonando quello che all’epoca veniva considerato “l’italiano medio“, da regista svela uno stile “tragicomico” del tutto originale, che divenne altrettanto distintivo.

Il 1981 vide la luce “Il marchese del grillo”, altro personaggio caratteristico stampato nella memoria di molti, comico nel suo essere espressamente cinico; in antitesi rispetto al personaggio dell’umile carbonaro, nel quale Sordi si sdoppia. Seguirono alcune collaborazioni con Carlo Verdone in “Troppo forte” ed “In viaggio con papà”, dopodiché i suoi film divennero sempre più sporadici rispetto alla grande produzione del passato.

Nel 1995, ottenne il Leone d’oro alla carriera.

Il suo ultimo film risale al 2002, intitolato “Sposami papà”, al fianco di Valeria Marini.

Le ultime apparizioni televisive e la morte

Nel 2001, l’attore si ammalò di cancro ai polmoni. Allo stesso periodo risalgono le ultime apparizioni in tv, dove fu ospite alle trasmissioni di Bruno Vespa e di Pippo Baudo.

Ha ricevuto ben due Lauree honoris causa: una alla IULM di Milano, in Scienze e Tecnologie della Comunicazione, ed una all’Università di Salerno, ancora alla facoltà di Scienze della Comunicazione, che dedicò a sua madre.

Nel 2002 le sue condizioni si aggravarono. Quell’inverno fu affetto da bronchite e polmonite. Si spense il 24 febbraio 2003, all’età di 82 anni.

Written by Chiara Simeone

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