Enzo Jannacci biografia
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Enzo Jannacci

La vita privata di Enzo Jannacci

Vincenzo Jannacci, detto Enzo, nasce a Milano il 3 Giugno 1935.

Il padre Giuseppe è un ufficiale dell’Aeronautica Militare di origini pugliesi, lavora all’aeroporto Forlanini (quello citato nel noto brano di Jannacci El urtava i scarp del tenis) e fa parte della Resistenza. La madre Maria Mussi è di origini comasche.

Dopo la maturità (1957) si diploma al Conservatorio di Milano in armonia, composizione e direzione d’orchestra. Dieci anni dopo si laurea in Medicina all’Università di Milano, specializzandosi in chirurgia generale. Per un certo periodo lavora anche negli Stati Uniti.

Pratica judo, karate e, appassionato di calcio, è tifoso del Milan. Parla ben cinque lingue: inglese, francese, tedesco, svedese e un po’ di russo.

Malato di cancro, Vincenzo Jannacci muore in una clinica di Milano il 29 Marzo 2013 con la sua città a dargli l’ultimo saluto, in una basilica di Sant’Ambriogio gremita. Al suo funerale, parafransando la sua più celebre canzone, ci sono tutti: Celentano, Cochi e Renato, Teo Teocoli, Dori Ghezzi, Fabio Fazio, Morgan, oltre che molti rappresentanti delle istituzioni.

Enzo Jannacci è sepolto al cimitero Famedio come l’amico di sempre Giorgio Gaber, scomparso nel 2003.

Le misure di Enzo Jannacci

Enzo Jannacci era alto all’incirca 173 cm. Il celebre cantautore, cabarattesta e mattatore milanese, ironizzava sulle sue misure:

«Io fino a 17 anni ero piccolo e disperato. Ero alto 1,60 ma avevo piedi grandi così. Il 43. Quella inadeguatezza dei piedi si ripercuoteva sul cervello. Non ero mica giusto. A scuola ero inqualificabile. Allora imparavo tutto a memoria. Di greco so ancora l’aoristo di esthio».

Gli amori di Enzo Jannacci

Enzo Jannacci nel 1967 sposa Giuliana Orefice, detta Pupa, e da lei ha il figlio Paolo (1972) anche lui musicista.

In un’intervista, la moglie ha ricordato il primo incontro con Enzo. Si trovavano entrambi al mare: lei era in villeggiatura a Finale e lui era ospite di amici. Ha inoltre raccontato delle romantiche passeggiate fatte col marito tra i vigneti del viadanese, prima che la malattia strappasse ad Enzo la vita.

La carriera di Enzo Jannacci

Gli esordi

Enzo Jannacci fa le sue prime esperienze di musicista fin dagli anni Cinquanta, attratto dal jazz e dalle nuove sonorità rock in arrivo dagli USA.

Frequenta i locali del cabaret e si dimostra fin da subito intrattenitore ironico, acuto, divertente. Di quei tempi ricorda:

«Al Derby ero arrivato all’inizio dei Sessanta, per due motivi, per fame e per Dario Fo. Studiavo Medicina e dovevo mantenermi agli studi. Suonavo il pianoforte, facevo concertini nelle fabbriche o in piccoli locali. Al Derby all’epoca c’era Enrico Intra che invitava un mucchio di bei musicisti, ma a notte fonda lasciava posto anche ai giovani. Il Derby era così, si stava insieme, celebrità e sconosciuti».

Partecipa al primo Festival italiano di rock and roll, suonando come tastierista nei Rock Boys, formazione strabiliante composta da: Adriano Celentano (voce), Giorgio Gaber (chitarra) e Luigi Tenco (sassofono).

Continua a collaborare con la scena musicale sia milanese che genovese, entrambe in grande fermento, e suona con i grandi nomi del jazz internazionale: Chet Baker, Stan Getz, Gerry Milligan, Franco Cerri.

Con l’amico e sodale Giorgio Gaber fonda il duo I Due Corsari.

La carriera da solista

Negli anni Sessanta Enzo Jannacci si afferma anche come cantautore e intrattenitore solista. Nel 1964 esce il suo album d’esordio, La Milano di Enzo Jannacci, che contiene il primo grande successo: El purtava i scarp del tenisMilanese doc, scrive gran parte dei suoi brani in dialetto.

Enzo Jannacci in teatro (1965) è un album completamente dal vivo, testimonianza dello spettacolo 22 canzoni scritto con Dario Fo.

Il grande successo arride a Jannacci con la pubblicazione dell’album Vengo anch’io. No, tu no (1967), trainato dal singolo omonimo, e da Ho visto un re.

Partecipa ai programmi televisivi Quelli della Domenica e Canzonissima (1968), Senza rete accanto a Mina, ai film Le coppie di Mario Monicelli (1970) e L’udienza di Marco Ferreri (1972).

Dalla metà degli anni Settanta compone colonne sonore per Monicelli, Wertmuller, Steno, Pozzetto, Tognazzi, parallelamente dedicandosi alla professione medica.

Incide altri brani celebri: L’Armando e Quelli che… (1975), Ci vuole orecchio (1980), Se me lo dicevi prima (1989).

Nel 1996 è con Piero Chiambretti nel programma tv Il Laureato.

The Best, antologia con inediti curata dal figlio, esce nel 2006.

Written by Fab

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