- Nome d'arte: Jim Morrison
- Soprannome: Il re Lucertola
- Data di nascita: 8 dicembre 1943 (mercoledì)
- Data di morte: 3 luglio 1971
- Età: 80 anni
- Segno zodiacale: Sagittario
- Professione: Cantante
- Titolo di studio: Laurea UCLA- School of Theater, Film and Television
- Luogo di nascita: Melbourne -Florida- USA
- Luogo di morte: Parigi - Francia - Europa
- Altezza: 180 cm
- Peso: 74 kg
- Account social: Instagram
La vita privata di Jim Morrison
James Douglas Morrison nacque l’8 Dicembre 1943 nella città di Melbourne in Florida, Stati Uniti d’America. Jim Morrison ha segnato la storia del rock, è stato cantautore, poeta, e leader della band The Doors. È deceduto a Parigi, in Francia, il 3 Luglio 1971.
Voglio restare qui
This is the end, my only friend, the end.
Se n’è andò nella notte tra il 2 e il 3 Luglio, ufficialmente di morte naturale dovuta ad arresto cardiaco, presumibilmente a causa di una overdose di eroina pura.
Jim Morrison venne sepolto il 7 luglio 1971, nel Cimitero del Père-Lachaise, il cimitero degli artisti, alla presenza di pochissimi amici e della fidanzata Pamela Courson, che lo seguirà tre anni dopo, anche lei uccisa da overdose di eroina.
La rockstar tra le più discusse del secolo, era arrivata a Parigi da pochi mesi, nel Marzo del 1971, reduce da cinque anni di successi musicali e di eccessi, provato dalle vicende giudiziarie avute in America, intossicato da alcool e droga.
Trovò nella città europea una patria spirituale in cui trascorrere un esilio di riscatto e di riconciliazione con una vita condotta da bohémien, consumata in fretta come bruciata da un demone interiore.
Osannato e dissacrato, con pari impeto dalle folle, Jim Morrison poteva essere paragonato, per fascino e notorietà, solo ai componenti delle band The Beatles e The Rolling Stones.
A Parigi Jim trascorreva le giornate girando per la città, ammirandone le straordinarie bellezze.
Seduto al tavolo del Cafè de Flore o del Lead Deaux Magots, nel quartiere di Saint-Germain-des-Prés, o su qualche panchina dei boulevards, scriveva, quasi senza sosta, con moto compulsivo, soprattutto versi.
Riempì una mole enorme di taccuini e di fogli volanti, da cui trarre materiale per le incisioni future dei Doors, com’era avvenuto agli esordi, quando le poesie di Jim diedero vita alle prime canzoni.
Presentiva forse la fine imminente, intuiva di essere giunto a casa, in quell’appartamento al n. 17 di Rue Beautreillis nel Marais, che sarebbe stato il capolinea della sua vita terrena?
Voglio restare qui, questa frase ricorre nei suoi appunti.
Jim a Parigi è restato, sepolto a soli ventisette anni in una tomba divenuta oggetto di venerazione da parte dei fan che vengono a rendergli omaggio da ogni parte del mondo.
Jim Morrison e la poesia
Lo spirito ribelle di Jim Morrison riposa accanto a quello di Oscar Wilde uno dei poeti da lui più amati, oggetto delle sue assidue letture adolescenziali.
Nella monumentale Città dei Morti, infatti,cle tombe di molti inquieti protagonisti dell’arte moderna e contemporanea, sorgono vicine le une alle altre.
Il libro The Lords, and the New Creatures, Poems racchiude l’opera poetica di Jim Morrison, tra cui il poema di Re Lucertola.
La famiglia di Jim Morrison
Jim Morrison era figlio di George Stephen Morrison, ammiraglio della Marina degli Stati Uniti d’America e di Clara Clarke.
Aveva un fratello, Andrew Lee Morrison e una sorella Anne Robin Morrison, più giovani di lui.
Venne educato severamente come i suoi fratelli. La famiglia seguiva l’ammiraglio Morrison nei mandati militari, sottoponendosi ad incessanti trasferimenti in varie località degli States.
I giovani Morrison dovevano cambiare scuola, amicizie, abitudini e non potevano stabilire radici salde e sicure.
Jim iniziò le scuole superiori in California, a San Francisco, rivelandosi nei primi anni uno studente modello, con ottime prospettive future.
Nel 1958 cominciò a marinare la scuola e a frequentare i locali in cui ferveva la cultura beatnik.
Nell’estate del 1960 l’umore di Jim cambiò radicalmente. Il giovane si fece cupo ed aggressivo, scelse un look trasandato, mancò persino alla consegna dei diplomi.
Jim Morrison e la lettura
A San Francisco Jim frequentò la libreria City Light Books del poeta beat Lawrence Ferlinghetti che pubblicò i primi lavori letterari della Beat Generation, tra i quali Jack Kerouac e Allen Ginsberg.
Le sue letture divennero assidue e compulsive, accumulò e divorò centinaia di libri.
Dotato di un quoziente d’intelligenza decisamente fuori dal comune, al liceo George Washington stupì gli insegnanti per la sua preparazione letteraria tanto da meritare una menzione d’onore.
Per sviluppare la sua poetica Jim Morrison trasse ispirazione dal pensiero e dall’opera di William Blake, di Arthur Rimbaud e Charles Baudelaire, i poeti maledetti, e dal filosofo Friedrich Nietzsche.
Il difficile rapporto di Jim con il padre
Nel 1964 contravvenendo ai desideri del padre che avrebbe preferito per lui la carriera militare, Jim Morrison intraprese gli studi di cinematografia presso l’UCLA, School of Theater, Film and Television di Los Angeles.
In seguito, non vedrà mai più i suoi genitori, tagliò definitivamente i ponti con loro e arrivò perfino a dire che erano morti.
Il padre acuì il dissenso con il figlio inviandogli una lettera in cui lo richiamava a casa affermando che Jim non possedeva le doti necessarie per affermarsi nel mondo dello spettacolo.
Solo dieci anni dopo la morte di Jim, l’ammiraglio Morrison riuscirà ad ammettere che suo figlio era stata una persona unica, dotata di talenti speciali.
La rivoluzione culturale degli anni Sessanta
Nei pochi anni di vita che condusse come personaggio pubblico Jim Morrison sembrò dilaniato da potenti lacerazioni interiori, da una disperata inquietudine che lo portava agli eccessi e all’autodistruzione.
Era figlio di un soldato americano impegnato nella guerra del Vietnam e si associò alla protesta globale per la pace divenendo una delle voci più autorevoli della rivoluzione culturale degli anni Sessanta.
In campo musicale la ribellione delle beat generation si concretizzò in due concerti epocali, il Festival di Woodstock, e il Festival dell’Isola di Wight. Dopo, il contesto civile nel mondo non fu più lo stesso.
Nascono i Doors
Jim Morrison si trova a Venice Beach dove conduce una vita da bohèmien quando scrive molti dei versi delle canzoni che entreranno nel repertorio dei Doors.
Si lega d’amicizia con Ray Manzarek, il futuro tastierista della band. Nel 1965, insieme, decidono di dar vita al complesso rock che prenderà il nome dal libro di Aldous Huxley, Le porte della percezione.
Ai due amici si uniranno Robby Krieger, chitarrista, e John Densmore, batterista. La band è pronta ad esordire. Si scioglierà definitivamente nel 1973.
“Ci sono cose che si conoscono e altre che non si conoscono”. dichiarò Morrison
Esiste il noto e l’ignoto, e in mezzo ci sono Le Porte.
I Doors sono i sacerdoti del regno dell’ignoto che interagisce con la realtà fisica, perché l’uomo non è soltanto spirito, ma anche sensualità.
La sensualità e il male sono immagini molto attraenti, ma dobbiamo pensare a esse come alla pelle di un serpente di cui ci si libererà”.
Re Lucertola, poeta maledetto e sciamano
Jim Morrison considerava la musica come i decadenti ed i simbolisti del novecento considerarono la poesia.
Creò il rock psichedelico, pensando che fosse uno strumento privilegiato per superare l’apparenza ed entrare nella realtà intima dell’universo, per penetrare nell’inconscio e far uscire le verità nascoste che esso contiene.
Di Nietzsche lo appassionava l’interpretazione del mito di Dioniso e di Apollo, simboli delle due polarità della mente umana riconosciute anche dalla psicoanalisi.
Un performer destabilizzante e provocatore
Le performance dell’artista nei concerti consistevano nel creare un clima di suggestione forte e profonda che facesse perdere i freni inibitori e conducesse alla liberazione attraverso l’esaltazione sensoriale.
Il performer si trasformava in un medium tra la realtà visibile e l’invisibile, e, come uno sciamano, eseguiva sul palco un sorta di rito di purificazione.
Diventando il Re Lucertola e Mr. Mojo Risin, Morrison provocava, incitava il pubblico affinché si svegliasse dal torpore dell’ignoranza.
Le tecniche che la cultura beat ha mutuato da un certo pensiero del novecento e dalla cultura dei nativi americani si avvalevano dell’uso di sostanze allucinogene.
E questo, purtroppo, invece che realizzarli, distrusse i sogni di tanti giovani che lottavano per motivi positivi e giusti.
Morrison parlò in questo modo della sua iniziazione sciamanica quando a quattro anni di età conobbe la morte nei corpi deturpati di indiani vittime di un incidente stradale:
“…penso davvero che in quel momento l’anima di uno di quegli indiani, o forse gli spiriti di molti di loro stessero correndo in giro come impazziti e siano balzati nella mia test…
…e io ero come una spugna pronta ad assorbirli. Questa non è una storia di fantasmi. È qualcosa che ha un significato profondo per me.”
Nella canzone Peace Frog, e in altri testi musicali, Jim rievocherà questa esperienza.
Gli Amori di Jim Morrison
Il primo amore di Morrison fu Mary Werbelow, conosciuta in Florida. Con lei ebbe una relazione durata diversi anni. Le dedicò canzoni, tra cui The end.
All’università Jim conobbe Pamela Courson, la “compagna cosmica” con la quale trascorrerà gli anni fino alla morte. Morrison nominò la Courson unica erede della sua fortuna, benché non fossero sposati.
Alla prematura morte di entrambi si accese una controversia tra i Courson e i Morrison in merito alla cospicua eredità lasciata. Prevalsero i parenti di Pamela in quanto il Tribunale riconobbe la coppia come legalmente sposata.
Ascesa e declino del giovane leone
Il singolo che lanciò I Doors nel firmamento delle star fu Light My Fire.
Il brano fa parte del primo album The Doors, uscito nel 1967 per la Elektra Records, la casa discografica con cui la band aveva sottoscritto un contratto esclusivo per sette album.
Risultò uno dei dischi più venduti dell’anno, in competizione con Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles. Light My Fire raggiunse il primo posto della classifica di Billboard.
Al secondo album, Strange Days, i Doors sono la prima rockband degli Stati Uniti.
L’album si piazza al terzo posto della classifica Billboard 200, contiene tra le altre le canzoni Alabama Song, dall’opera di Bertolt Brecht e Kurt Weill, Rise and Fall of the City of Mahagonny.
Si afferma il blues rock psichedelico
All’ascesa del blues rock psichedelico a marchio Doors non si frappongono ostacoli se non il comportamento sempre più alterato e ribelle del frontman che eccita gli animi alla ribellione.
I concerti nelle più importanti città americane, fanno il tutto esaurito ma spesso si trasformano in risse e vengono interrotti dalla polizia. Lo stesso capita nel corso del tour in Europa.
Nel 1969 i Doors si esibiscono al Dinner Key Auditorium di Miami, e il concerto degenera in una sommossa del pubblico dopo un monologo sovversivo di Morrison, ubriaco.
Accusato di atti osceni in luogo pubblico, Jim, il 20 Settembre 1970, viene processato e condannato a sei mesi di carcere e a una multa di circa 500 dollari.
L’allora procuratore di Miami emise un mandato di cattura per Jim e il tour dei Doors negli Stati Uniti che comprendeva venti date in altre città fu sospeso.
A quarant’anni dall’accaduto lo stato della Florida ha graziato Jim Morrison provvedendo a cancellare l’ordine di arresto che pendeva ancora sulla sua testa.
A chiederlo al Board of Executive Clemency della Florida è stato il governatore dello Stato, Charlie Crist, che ha dichiarato: “In questo caso, la colpevolezza o l’innocenza sono nelle mani di Dio e non nelle nostre”.
Jim Morrison nella leggenda
Jim Morrison è ormai entrato a far parte della leggenda della musica, e del Club del 27, o maledizione del J27, insieme a Jimi Hendrix, Janis Joplin, e Robert Johnson.
Al bel tenebroso del blues rock psichedelico sono stati dedicati moltitudini di studi, biografie e film. La fotografa Joel Brodsky immortalò il seducente The Young Lion in un indimenticabile servizio in bianco e nero.
Oliver Stone dedicò alla star The Doors, film biografico del 1991, con gli attori Val Kilmer e Meg Ryan.
Il saluto dei fan
A noi piace ricordare Morrison con le immagini di un video.
All’uscita di un locale un reporter cerca di intervistare un bel giovanotto dal viso pulito e dalla folta chioma corvina. Name? Chiede il cronista. Jim, risponde il ragazzo mentre apre la porta e fa per andarsene. Profession? Insiste l’intervistatore. Jim, ci pensa un po’ su, esita, poi risponde con un sorriso.