- Nome d'arte: Mauro Corona
- Data di nascita: 9 agosto 1950 (mercoledì)
- Età: 74 anni
- Segno zodiacale: Leone
- Professione: Scrittore, Scultore
- Luogo di nascita: Baselga di Pinè - Trento
- Account social: Instagram Facebook
- Sito Web: https://maurocorona.it
La vita privata di Mauro Corona
Mauro Corona nasce in provincia di Trento, a Baselga di Pinè, il 9 Agosto del 1950. Viene partorito dalla madre Thia sul carretto, pieno di utensili in legno, che la donna utilizza per spostarsi da Pinè a Erto, un piccolo paese incastonato nella valle del torrente Vajont, dove si trasferisce, con tutta la famiglia, all’età di sei anni.
Mauro ha due fratelli minori: Felice e Richeto. Dopo la nascita di quest’ultimo la madre abbandona la famiglia per fuggire dal marito, Domenico, violento e alcolizzato, lasciando i tre ragazzini alle cure dei nonni paterni Felice e Maria, e Tina, una zia sordomuta.
Un’infanzia felice nonostante tutto
Mauro Corona trascorre un’infanzia felice immerso nella natura selvaggia delle montagne friulane. Passa le giornate intagliando il legno con il nonno, andando a caccia di camosci col padre e divorando i moltissimi libri lasciati dalla madre, accanita lettrice.
Ricordo un’infanzia che potrei definire quasi felice, quella passata assieme ai nonni e mia zia. C’era una grande serenità in casa.
I personaggi e le storie creati da Tolstoj, Dostoevskij, Cervantes e altri grandi autori mi facevano un’incredibile compagnia.
Il disastro del Vajont: una tragedia tra le più grandi che l’umanità potrà mai ricordare
L’incanto finisce, però, il 9 Ottobre 1963, alle ore 22.39. Un’enorme frana si stacca dal Monte Toc, 260 milioni di metri cubi di roccia sprofondano nel bacino artificiale del Vajont provocando un enorme terremoto e sollevando un’onda micidiale, alta più di cento metri, che, in soli quattro minuti, spazza via tutti i paesi della Valle del Piave: Frasègn, Le Spesse, Cristo, Pineda, Ceva, Prada, Marzana e San Martino. Anche Erto e Casso, i paesi montani situati nella Valle del Vajont sul versante opposto a quello franato furono colpiti. Alle prime luci dell’alba sulle tanto amate montagne di Mauro c’è solo morte e distruzione: duemila vittime.
La notte si andò a dormire. A un certo punto sentimmo un fortissimo terremoto. Era il terremoto del Vajont. Un rumore che solo i sopravvissuti possono ricordare e che nessuno mai potrà imitare. Il rumore di quella notte fu qualcosa di indescrivibile.
Per tenerne vivo il ricordo Mauro Corona scrive di questa terribile esperienza nel libro Vajont: quelli del dopo (2016), edito dalla Mondadori.
Non esiste più niente della vita di un tempo. Tutte le civiltà scomparse sono state cancellate in qualche anno. La nostra in due minuti. Ci siamo ritrovati il giorno dopo a partire da zero, in altri luoghi, in altri modi, con altri tempi, usando cose che non conoscevamo. È stato come nascere un’altra volta. Nascere vecchi è come vivere morti. Non ci si adatta a ciò che non si conosce.
Una nuova vita
Per il piccolo Mauro e il fratello Felice, sopravvissuti alla tragedia, la vita cambia improvvisamente e drasticamente. Il giorno dopo, come molti altri sfollati, vengono mandati a studiare nel Collegio Don Bosco di Pordenone. Racconta di aver pianto e sofferto molto in quei tre anni di quasi prigionia, lontano dalla sua terra, dalle montagne e dai boschi.
Il fratello Felice muore a soli diciotto anni in Germania, annegato in una piscina.
Mio fratello Felice era alto uguale, è morto che non aveva ancora 18 anni in Germania dove faceva lo sguattero, trovato annegato in una piscina. Lavorava dai gelatai, nessuno è venuto a dirci come era morto. Si chiamava Felice ma felice non è stato mai nella vita.
Le misure di Mauro Corona
Forte e ruvido come una roccia ha una corporatura robusta e massiccia dello scalatore abituato a vivere in ambienti impervi. Capelli lunghi, bandana, maglietta e scarponcini da trekking sono stati rimessi nell’armadio solo per il corteggiamento televisivo a Bianca Berlinguer, per la quale, in prima serata, indossa smoking e papillon (Carta Bianca, 2018).
Gli amori di Mauro Corona
Mauro Corona è sposato con Francesca e ha quattro figli: Marianna, Matteo, Melissa, Martina.
Mauro Corona non nasconde scappatelle e tradimenti. Nel 2017, ai microfoni della trasmissione radiofonica La Zanzara dichiara:
Tradisco mia moglie, si perchè la fedeltà è superata. Le mie più che amanti fisse sono occasionali. Non ho mai conquistato, non corteggio, non regalo fiori, aspetto la mossa delle donne. Sto sparando gli ultimi colpi.
Poco attento e presente come marito si reputa, però, un buon padre.
La carriera di Mauro Corona
Mauro Corona è scultore, alpinista, filosofo e scrittore. Il filo conduttore che tiene insieme tutti i pezzi della sua esistenza è la natura. La ritroviamo in tutto, negli scritti, negli intagli in legno e, soprattutto, nel suo modo di vivere, essenziale e spartano. Un profeta che vive tra i boschi, idealista e, a volte, controverso, da anni porta in giro il messaggio, particolarmente dedicato ai più giovani, sulla necessità di un ritorno alla terra, all’agricoltura e alla fatica fisica.
Bisogna tornare alla terra, all’agricoltura, coltivare i campi, imparare a farci da soli il cibo e non pretendere di andare a comprarlo. Ma se viene la fame bisogna imparare a sostentarsi, perché i soldi non li mangi.
La Scultura
Vivere è un po’ come scolpire, occorre togliere per vedere dentro.
Dopo sette anni a spaccare massi nella cava di marmo del Monte Buscada e il servizio di leva a Tarvisio nella squadra sciatori degli alpini, Mauro ritorna a vivere a Erto dedicandosi completamente a quella che è sempre stata la grande passione: la scultura. Una mattina del 1975 entra nel suo piccolo laboratorio Renato Gaiotti che compra tutte le opere esposte. Poco dopo gli commissiona una Via Crucis da donare alla Chiesa di Selice, pagandola una cifra stratosferica per il periodo. Mauro investe tutto il denaro in strumentazione e in lezioni con il maestro Augusto Murer.
È del 1976 la prima mostra, a Longarone, e del 1997 l’ultima quando Corona espone il “Bosco Scolpito” nello Spazio Foyer del Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento.
L’alpinismo
Fin da ragazzo Mauro Corona si dedica all’alpinismo sfidando le pareti “strapiombanti di Erto” fino a punteggiare le leggendarie pareti della Yosemite Valley in California.
Per molti inverni ho scalato assieme al grande alpinista e pioniere dell’arrampicata su ghiaccio Gian Carlo Grassi. Ci legava una profonda amicizia e la stessa passione di salire cascate ghiacciate con piccozze e ramponi.
La Scrittura
Mauro Corona inizia a scrivere quasi per caso, pubblicando brevi racconti per il Gazzettino.
Un percorso bislacco quello che, come lui stesso dice, lo ha portato da “zingaro a scrittore” di ben 27 libri in venti anni per 4,5 milioni di copie vendute. Fra le tante pubblicazioni: Le voci del bosco (1998), I fantasmi di pietra (2008), La fine del mondo storto (2010), La voce degli uomini freddi (2013).