Pif Pierfrancesco Diliberto biografia
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Pif Pierfrancesco Diliberto

La vita privata di Pif

Pierfrancesco Diliberto nasce il 4 giugno 1972 a Palermo. La sua famiglia ha origini danesi, discende infatti dallo scrittore Bertel Thorvaldsen. Il padre è il regista Maurizio Diliberto, e proprio grazie a lui Pierfrancesco a soli 10 anni è già un grande appassionato di cinema. La sorella è una famosa archeologa, Manuela, che vive in Francia.

Pif, nome con cui è noto al grande pubblico, è giornalista, attore e regista.

Le misure di Pif

Pif è alto 1.83 metri e pesa circa 65 chili.

Pif: l’ironia contro la mafia

Pierfrancesco Diliberto si occupa da sempre del tema della mafia. È famosa la sua puntata de Il testimone in cui racconta la vita e il lavoro di Roberto Saviano, e le difficoltà dei luoghi colpiti dalla criminalità organizzata. Con la sua leggerezza rende l’ idea delle difficoltà di chi lotta contro questo mondo, augurandosi che presto lo scrittore possa mangiare un gelato in strada, senza dover essere accompagnato dalla scorta.

Anche i suoi film parlano di mafia: La mafia uccide solo d’estate racconta la storia di Arturo, un bambino che nasce nello stesso giorno in cui Vito Ciancimino viene eletto sindaco, e che si innamora di una sua compagna di classe. Il pluripremiato film intreccia la leggerezza della storia d’amore di due ragazzi con le pesantezze del clima mafioso. Il tema della mafia viene ripreso poi ne In guerra e per amore: Arturo è ormai adulto e la sua amata Flora è promessa in sposa al figlio di un boss mafioso. Ancora una volta amore e malavita si incontrano e si scontrano.

Nel 2018 Pif è ospite all’ Università Cattolica, in una conferenza in cui si parla di mafia. In quella occasione esprime con la solita chiarezza la sua visione e il suo modo di interfacciarsi con la criminalità.

Il tono ironico rappresenta una sorta di meccanismo di difesa. A insegnarcelo è stato Peppino Impastato. Lui è morto per la sua ironia, ma il senso della sua morte, così come quello dell’assassinio di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino siamo noi a darlo, non riconoscendo ai boss alcuna autorità. Il tono ironico, a mio modo di vedere, è il mezzo migliore con il quale si possa rispondere alla Mafia. Nella vita dovremo essere tutti dei Borsellino. Come girare un film a Palermo senza pagare il pizzo.

I tatuaggi di Pif

Pif non ha tatuaggi visibili.

Gli amori di Pif

La sua relazione più importante e più nota è sicuramente quella con Giulia Innocenzi, conduttrice e giornalista televisiva. I due si conoscono a Palermo e la scintilla scatta durante un corteo di giovani proprio nel capoluogo siciliano. La relazione con la Innocenzi, che Pif descrive come “la sua unica fidanzata” in un’ intervista a Vanity Fair, si conclude all’inizio del 2016.

Ad agosto 2016 Pierfrancesco viene paparazzato da Novella 2000 (numero 32) con una ragazza mora di nome Sara, che non fa parte del mondo dello spettacolo.

Nel 2019 però risulta essere single.

La carriera di Pif

Dopo essersi diplomato al liceo scientifico, il giovane Pif si trasferisce a Londra e prende parte a diversi corsi di Media Practice.

Da sempre appassionato di cinema, nel 1998 partecipa ad un concorso di Mediaset e lo vince, iniziando la sua brillante carriera televisiva. Dopo aver lavorato al fianco di Franco Zeffirelli in Un tè con Mussolini nel 1999, entra nella redazione delle Iene. È proprio qui che Marco Berry, all’ epoca suo collega, gli attribuisce il nome che lo renderà celebre.

Nel 2007 inizia a lavorare per Mtv con la sua prima trasmissione da protagonista, Il testimone, in cui armato di una telecamera si racconta e racconta luoghi e personaggi d’ Italia e del Mondo. Pif si occupa dell’ intero progetto, dalla registrazione al montaggio, e riscuote un enorme successo.

Nel 2013 esce il primo film che lo vede come regista e attore protagonista La mafia uccide solo d’ estate e nel 2016, forte delle critiche positive del primo film, Pif si cimenta di nuovo nel ruolo del regista con In guerra e per amore. I premi non si fanno attendere: nomination e vittorie al David di Donatello, European Film Award, e un Nastro d’ argento per il primo, e di nuovo Il David giovani per il secondo, senza dubbio meritati per il carisma e l’ironia con cui Pif riesce ad affrontare un tema delicato come quello della mafia.

A novembre del 2018 pubblica il suo secondo libro – dopo Piffettopoli. Le fatiche di un quasi vip – dal titolo Che Dio perdona tutti che lo vede in giro per l’Italia per la promozione dello stesso. A marzo del 2019, invece, esce il terzo film di Pif dal titolo Momenti di trascurabile felicità che ha come regista Daniele Luchetti.

2 Comments

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  1. lo considero grande personalità in ambito culturale. Persona coraggiosa e brillante

  2. Vorrei Pif segretario del Po: sono sicura che lo riporterebbe ad essere il grande partito popolare che era ai tempi di Berlinguer!!

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