- Nome d'arte: Silvana Pampanini
- Soprannome: Ninì Pampàn
- Data di nascita: 25 settembre 1925 (venerdì)
- Data di morte: 6 gennaio 2016
- Età: 99 anni
- Segno zodiacale: Bilancia
- Professione: Attrice
- Titolo di studio: Diploma magistrale e di Conservatorio
- Luogo di nascita: Roma
- Luogo di morte: Roma
- Altezza: 174 cm
La vita privata di Silvana Pampanini
Anno 1946, l’Italia è appena uscita dal secondo grande conflitto mondiale, si ha voglia di dimenticare e di ricominciare a vivere. A Stresa in Piemonte sul Lago Maggiore ha luogo la prima edizione del più famoso concorso di bellezza nazionale, Miss Italia.
Silvana Pampanini, nata a Roma il 25 Settembre 1925, si aggiudica la vittoria, a furor di pubblico, e viene eletta ex equo con Rossana Martini. Comincia così la sua sfolgorante ascesa nel mondo del cinema.
Inizia quella che passerà alla storia come l’epoca de “ le maggiorate”, attrici dalle forme sinuose, procaci, e ammaliatrici di cui la Pampanini sarà antesignana, sin dagli esordi nei film musicali degli anni cinquanta.
Silvana, la cui famiglia di origine veneta si era stabilita nella capitale da ben tre generazioni, si sentiva “Romana de Roma”. Era figlia di Francesco Pampanini, capo tipografo del quotidiano romano Momento sera, uomo dal fisico possente e pugile dilettante. Dapprima osteggerà la carriera di Silvana, poi diverrà il suo agente personale, restando costantemente al suo fianco.
In realtà Silvana avrebbe voluto seguire le orme della zia, il celebre soprano Rosetta Pampanini. Infatti dopo il Diploma magistrale ottenne quello del Conservatorio di Santa Cecilia, specializzandosi in canto e pianoforte.
Sarà proprio la maestra di canto ad iscriverla, a sua insaputa, al concorso che cambierà la sua vita.
La Pampanini divenne con Lucia Bosè e Silvana Mangano il simbolo della bellezza italiana nel mondo. Dopo il loro esordio, fu la volta di Sophia Loren e di Gina Lollobrigida.
Gli amori di Silvana Pampanini
Silvana Pampanini non si è mai sposata né ha avuto figli.
Le sono stati attribuiti però un gran numero di flirt con personaggi politici, dell’alta società internazionale e con colleghi famosi. Diceva di aver avuto più spasimanti che mal di testa. Si ricordano, tra i tanti, il principe afgano Ahmad Shah Khan, il re Faruq I d’Egitto, Fidel Castro, Tyrone Power, Orson Welles, e William Holden.
La Pampanini ha sempre smentito ogni presunta relazione sentimentale. Pur essendo stata molto ammirata e desiderata ha voluto restare fedele al suo unico grande amore, un uomo più grande di lei di dieci anni, bello e ricchissimo, la cui identità è rimasta sconosciuta, morto poco prima della data fissata per le nozze, a causa dell’aggravarsi di una malattia contratta in guerra.
Silvana Pampanini e Totò
Anche il principe Antonio De Curtis, in arte Totò pare si fosse innamorato di Silvana. La invitava spesso ad uscire pretendendo che fossero presenti i genitori, e una sera osò dichiararsi. Silvana rispose di amarlo come si può amare un padre e di non poter corrispondere alla sua passione. Totò ci rimase male e interruppe i rapporti. La Pampanini da allora lasciò credere che la canzone Malafemmena (1951) fosse stata scritta dal grande comico proprio per lei.
La carriera di Silvana Pampanini
Silvana Pampanini ha lavorato molto in Italia ed anche all’estero, specie nei primi anni della carriera quando arrivò a girare anche otto film in un anno, lavorando contemporaneamente su più set. Ha recitato con i migliori interpreti cinematografici del dopoguerra italiani e internazionali. Tra gli stranieri, si ricordano Jean Gabin e Buster Keaton.
In Francia la Pampanini divenne famosa con il soprannome Ninì Pampàn, mentre non riuscì a concretizzare le proposte di lavoro provenienti da Hollywood.
I suoi maggiori successi sono Il segreto di don Giovanni, regia di Camillo Mastrocinque (1947), I pompieri di Viggiù, diretto nel 1949 da Mario Mattoli con Totò, poi O.K Nerone (1951), diretto da Mario Soldati, con Carlo Campanini e Walter Chiari, e Bellezze in bicicletta (1951) diretto da Carlo Campogalliani, in cui Silvana canta la canzone omonima diventata una delle più celebri dell’epoca.
Seguirono, tra gli altri, La Presidentessa (1952) di Pietro Germi, Un marito per Anna Zaccheo (1953) di Giuseppe De Santis, in cui Silvana recita con Amedeo Nazzari, La bella di Roma (1955) di Luigi Comencini, La strada lunga un anno (1958) ancora di Giuseppe De Santis, e tanti altri.
Gli anni del declino – Silvana Pampanini come Greta Garbo
Dal 1960 inizia il declino di Silvana Pampanini, in parte determinato dal contenzioso che l’attrice ebbe con il produttore cinematografico e imprenditore Morris Ergas, che da corteggiatore respinto si tramutò in nemico.
Dopo aver interpretato un ruolo autobiografico, una stella dello spettacolo ormai sulla via del tramonto nel film Il gaucho (1964) di Dino Risi, Silvana Pampanini si ritira definitivamente dal cinema nel 1966. Si dedicherà all’assistenza dei genitori gravemente malati a cui resterà accanto sino alla fine.
Interpretando se stessa, fece una fugace apparizione ne Il tassinaro (1971) film di e con Alberto Sordi. Silvana continuò tuttavia a lavorare in radio e in televisione con giovani talenti agli esordi, come il mago Silvan, a cui attribuì il nome d’arte.
Nel 1988 prese parte alla miniserie televisiva di Pier Francesco Pingitore, dal titolo Tre stelle, dove recita con Alba Parietti ed Eva Grimaldi.
Nel 1996 esce la sua autobiografia dal titolo Scandalosamente perbene in cui si rammarica che la critica non l’abbia sufficientemente valutata nel corso della sua attività artistica. L’attrice ancora una volta non sconfessa il proprio carattere spontaneo, impulsivo, sfrontato, a volte insolente, ma sempre sincero.
Silvana Pampanini – La Fine
Silvana Pampanini si è spenta a Roma, il 6 Gennaio 2016, in seguito all’improvvisa malattia che l’aveva portata a metà Ottobre ad un ricovero d’urgenza presso il Policlinico Gemelli di Roma.
La camera ardente è stata allestita al Campidoglio. Il funerale si è svolto l’8 Gennaio presso la Basilica di Santa Croce a via Flaminia. Silvana è sepolta nel Cimitero Flaminio di Roma.