- Nome d'arte: Jack Nicholson
- Data di nascita: 22 aprile 1937 (giovedì)
- Età: 87 anni
- Segno zodiacale: Toro
- Professione: Attore
- Luogo di nascita: Neptune City, New Jersey
- Altezza: 177 cm
- Peso: 84 kg
- Account social: Instagram Twitter
La vita privata di Jack Nicholson
Jack Nicholson nasce a Neptune City (New Jersey) il 22 Aprile 1937.
Suo padre è Donald Furcillo, showman di origini italiane. Sua madre è June Nicholson, studentessa di origini britanniche e olandesi. Alcolizzato, alla nascita del bambino, Furcillo abbandona June, appena diciassettenne. La famiglia fa credere al piccolo Jack di essere figlio della nonna e fratello di June. Nicholson scoprirà la verità solo in età adulta, grazie alle ricerche di un giornalista del Time.
Fin dagli anni Settanta Jack Nicholson non manca di esporsi politicamente, manifestando contro la guerra in Vietnam e poi sostenendo apertamente il Partito Democratico.
È appassionato di basket e baseball e tifa rispettivamente per LA Lakers e New York Yankees.
Il nome dell’attore è legato ad una delle pagine più nere di Hollywood: è nella sua casa di Los Angeles che nel 1977 il regista Roman Polansky stupra la tredicenne Samantha Geimer. Nicholson dichiara da sempre la propria estraneità ai fatti.
Gli amori di Jack Nicholson
Affascinante, carismatico e sfuggente, Jack Nicholson vanta una vita sentimentale movimentata.
Il primo matrimonio (1962-1968) è con l’attrice Sandra Knight, da cui ha la figlia Jennifer (1963). Dalla relazione con Susan Anspach nasce Caleb James (1970) e da quella con l’attrice danese Winnie Hollmann nasce Honey (1981).
Seduttore impenitente, Jack Nicholson è stato croce e delizia per molte colleghe, una su tutte Anjelica Houston, figlia del leggendario regista John, con la quale ha una relazione (1973-1989) turbolenta, segnata da tradimenti e riconciliazioni. Lasciato dalla Houston per avere messo incinta Rebecca Broussard, diventa nuovamente padre di Lorraine (1990) e Raymond (1992).
La carriera di Jack Nicholson
Sguardo mefistofelico e ghigno perfido, Jack Nicholson è un volto iconico del cinema.
Si trasferisce a Los Angeles e nel 1958 debutta da protagonista in The cry baby killer cui segue La piccola bottega degli orrori (1960), entrambi diretti da Roger Corman.
Il 1969 è l’anno del primo grande successo: Easy Rider, in cui Jack Nicholson recita accanto a Dennis Hopper e Peter Fonda.
Seguono Cinque Pezzi facili, Coscienza criminale di Mike Nichols e L’ultima corvé.
Accanto a Faye Dunaway e John Huston recita nel ruolo dell’investigatore J.J. Gittes in Chinatown (1974), capolavoro di Roman Polanski. L’anno seguente viene diretto dal maestro del cinema italiano Michelangelo Antonioni in Professione reporter e da Milos Forman in Qualcuno volò sul nido del cuculo.
È proprio grazie al ruolo del pazzo Randle che Jack strappa finalmente, dopo molte nomination, l’Oscar come miglior attore protagonista.
Nel 1983 arriva il secondo Oscar come miglior attore non protagonista in Voglia di tenerezza con Shirley MacLaine e Debra Winger, per la regia di James L. Brooks.
Entra nel Guinnes dei Primati grazie al ruolo di Jocker nel Batman di Tim Burton (1989).
Altre prove degne di nota sono L’onore dei Prizzi, Ironweed, Codice d’onore, cui seguono Mars Attacks e Qualcosa è cambiato (1996), che gli vale il terzo Oscar.
Inserito dalla rivista Empire al sesto posto nella classifica dei migliori attori del ventesimo secolo, alla fine degli anni Novanta si prende una pausa e si ritira momentaneamente dalle scene.
Torna nel 2001 con La promessa diretto da Sean Penn, cui seguono A proposito di Schmidt, Tutto può succedere con Diane Keaton, The Departed con Leonardo Di Caprio e Matt Damon e infine Non è mai troppo tardi.
Jack Nicholson in Shining: la scena madre con Wendy
La scena che ha consegnato Jack Nicholson alla storia del cinema è certamente quella in cui, prendendo a colpi d’ascia la porta, chiama la moglie Wendy nel film horror Shining, capolavoro del genio Stanley Kubrick. Il personaggio di Jack Torrence, scrittore e custode invernale dell’Overlook Hotel, è senza dubbio il più noto tra quelli interpretati da Nicholson, che seppe anche tenere testa a Kubrick, noto per spremere e sottomettere emotivamente gli attori che dirigeva.